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La fibrosi polmonare idiopatica (IPF) è una malattia cronica progressiva caratterizzata da un anomalo accumulo di tessuto fibrotico a livello del parenchima polmonare, associata a una significativa morbilità e a una prognosi infausta. Il tempo medio stimato di sopravvivenza è di 2-4 anni dalla diagnosi.

Sebbene la comprensione globale della malattia rimanga sconosciuta, la ricerca, negli ultimi anni, è riuscita a definire alcune pietre miliari nella descrizione della sua patogenesi. In particolare, fattori genetici ed epigenetici sembrano giocare un ruolo importante nel processo di fibrosi.

Dal punto di vista epidemiologico alcune situazioni ambientali e l’esposizione a determinati agenti hanno dimostrato di aumentare il rischio di insorgenza di IPF, che colpisce prevalentemente soggetti di sesso maschile di età superiore ai 50 anni.

La sintomatologia più frequente è molto simile a quella di altre patologie respiratorie e comprende tosse secca e dispnea: spesso i sintomi si presentano molto tempo prima della diagnosi.

Il decorso clinico della malattia è piuttosto eterogeneo; in alcuni soggetti i sintomi risultano essere marcati fin dall’esordio, in altri sono inizialmente moderati e peggiorano in modo graduale nell’arco di diversi mesi o anni.

La necessità di una diagnosi accurata, precoce e non invasiva e un approccio terapeutico comprensivo e personalizzato sono alcune importanti problematiche a cui i clinici devono far fronte. È infatti noto dalla letteratura come diagnosi e trattamento precoci possano influire sul decorso dell’IPF e rallentare così il declino della funzionalità polmonare.

L’Asma Grave richiede un trattamento farmacologico corrispondente allo step 4 o 5 delle linee guida GINA, per prevenire che diventi incontrollata o che rimane non controllata nonostante il trattamento.

L’asma incontrollata è definita da almeno uno dei seguenti punti:

  1. ACT inferiore a 20
  2. frequenti esacerbazioni gravi con utilizzo di steroide sistemico
  3. esacerbazioni gravi con almeno una ospedalizzazione
  4. limitazione del flusso aereo

Nell’ambito dell’ A.G. refrattaria è utile fenotipizzare ulteriormente il pz.

Ad oggi difatti esistono delle strategie terapeutiche volte al fenotipo di asma grave refrattaria ed eosinofila che hanno dimostrato di ridurre le riacutizzazioni, l’utilizzo dello steroide sistemico, di migliorare la qualità di vita e la funzione respiratoria.

Pur essendo una patologia a bassa prevalenza si rende necessaria la connessione tra i diversi attori affinchè il paziente possa essere indirizzato ai corretti percorsi di diagnosi e cura.

Obiettivo del corso dunque è quello di coordinare lo specialista ospedaliero con lo specialista territoriale affinché il paziente con asma grave e fibrosi polmonare possa seguire i corretti percorsi di diagnosi.


Il corso è organizzato in due date:

26 giugno 2020 - Videoconferenza

dal 26 giugno al 23 ottobre Formazione sul campo presso studio medico

23 ottobre 2020 - Evento residenziale

Durata complessiva: 17 ore

Responsabili scientifici: Cecilia Calabrese - Maria D'Amato - Anna Agnese Stanziola

Obiettivi formativi e Area formativa: Documentazione clinica. Percorsi clinico-assistenziali diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza - profili di cura (3)

Destinatari dell'attività formativa: Medici Chirurghi (Malattie dell'apparato respiratorio; Allergologia; Medicina interna; MMG)

Evento ECM accreditato con ID: 360-285397

Durata: Videoconferenza disponibile nella sola giornata del 26 giugno 2020

Evento realizzato con la sponsorizzazione non condizionante di:

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